Castelcosa (Cosa di Spilimbergo)
Nei Monumenta historica ducatus Karinthiae di von Jaksch viene citato per la prima volta un signore di Cosa, Wolftrigel, compreso nel séguito del patriarca d'Aquileia Pellegrino di Pao. Probabilmente, apparteneva alla stessa famiglia che nelle epoche successive verrà indicata con il predicato di Spilimbergo.
Il borgo prende il nome dal corso d'acqua che scende da Travesio. Nei pressi s'erge il palazzo incastellato secentesco, edificato dai conti di Spilimbergo e in séguito, forse per matrimonio, passato ai conti d'Attimis Maniago. Probabilmente sorto sulle rovine d'un preesistente fortilizio medievale, il palazzo fu gravemente danneggiato durante la prima guerra mondiale. Si può conoscere l'assetto originale da alcune foto d'epoca conservate presso l'archivio fotografico dei Musei Civici di Udine, scattate poco dopo l'incendio che lo devastò e che in séguito costrinse all'abbattimento d'una parte della struttura: la costruzione appare imponente, di forma rettangolare e racchiusa da quattro torri quadrate d'angolo, con il fronte ingentilito da un timpano e reso ancor più solenne da una duplice scalinata.
Il borgo prende il nome dal corso d'acqua che scende da Travesio. Nei pressi s'erge il palazzo incastellato secentesco, edificato dai conti di Spilimbergo e in séguito, forse per matrimonio, passato ai conti d'Attimis Maniago. Probabilmente sorto sulle rovine d'un preesistente fortilizio medievale, il palazzo fu gravemente danneggiato durante la prima guerra mondiale. Si può conoscere l'assetto originale da alcune foto d'epoca conservate presso l'archivio fotografico dei Musei Civici di Udine, scattate poco dopo l'incendio che lo devastò e che in séguito costrinse all'abbattimento d'una parte della struttura: la costruzione appare imponente, di forma rettangolare e racchiusa da quattro torri quadrate d'angolo, con il fronte ingentilito da un timpano e reso ancor più solenne da una duplice scalinata.