Palazzo d'Attimis Maniago (Maniago)
L’acquisizione, la trasformazione ed il completamento della villa nella forma attuale, ebbero luogo fra il 1513 ed il 1750. Infatti già dalle divisioni del 1448 fra i Consorti di Maniago, risulta che Federico ed il figlio Giovanni Antonio possedevano un’abitazione “fuori del castello” per cui l’esistenza di un’abitazione esterna alle mura castellane si può far risalire al 1428 circa. Tale abitazione fu da loro e dal nipote Pietro (1536) ingrandita con acquisti di limitrofi immobili da Nicolò di Fratta, Valentino Muraro, Gordolo detto Fabruzzi ed altri. Queste acquisizioni e trasformazioni si erano rese necessarie per riparare i gravissimi danni conseguenti ai terremoti del 1511 e quello ancor più disastroso del 1575 , che demolì il castello e parte del paese compreso il campanile. Sulla facciata del corpo nord del palazzo, che si può ritenere la più antica, il noto pittore Pomponio Amalteo affrescò attorno al 1550 il leone alato rampante di Venezia, che regge, in luogo del classico Vangelo aperto, l’arma dei sigg. di Maniago. Tale opera fu commessa dalla famiglia a ricordo della convenzione intervenuta fra Bartolomeo di Maniago e la Repubblica Veneta il 5 Giugno 1420, che poneva fine alle controversie fra il Patriarcato di Aquileia e la Repubblica Veneta. La definitiva attuale sistemazione ed abbellimento del complesso immobile, avvenne a cura del Co. Fabio I di Maniago (1706-1773) specie in occasione del suo matrimonio con la Co. Caterina della nota famiglia dei Conti di Spilimbergo. Non ci è giunto il nome dell’architetto che ha curato l’assetto settecentesco dell’immobile; probabilmente ne curò l’esecuzione lo stesso Co. Fabio che fu uomo di notevole cultura, storico della famiglia ed accurato annotatore di circostanze ed avvenimenti, tanto che di lui si trovano elenchi di lavori eseguiti e di mobili ed arredi introdotti nella casa, specie in occasione delle sue nozze con la Contessa Caterina di Spilimbergo (19/09/1739). Dai documenti dell’archivio dei conti d’Attimis Maniago è possibile seguire le fasi di trasformazione di un edificio già esistente pressochè per intero: -si riorganizza la parte centrale rendendo omogenea la facciata sulla piazza; -si costruisce la scala e la copertura del portico (1738); -viene eseguita la costruzione aggiunta dell’ala destra verso l’orto della madonna, viene realizzata la nuova chiesa (1778-1784) e completata con i coretti e l’elemento di congiunzione e distribuzione verticale contenente la scala in legno che collega tutti i piani; -si ristrutturano gli ambienti gerarchizzati fra cui le sale al piano primo, nelle quali vengono realizzati stucchi e decori (1740); -si costruisce la stalla (1737), i muri con cornice e senza cornice del cortile, nel 1775-1779-1784 la cedrera ed il granaio; -si fanno i lavori del giardino all’italiana eseguiti dal giardiniere della Ca. Manin sig. Francesco Bertoldi nel 1778. Entro questo secolo la Cà dei Maniago è già tutta costruita, così come attestano i catasti del 1812-1832 napoleonici nell’indicazione di n. 3 - casa civile di pertiche metriche 330; di n. II - fabbricato per ragion da rurale con botteghe, pertiche metriche 321; n.4 – orto di pertiche metriche 247.