Casa Fortificata La Brunelde (Fagagna)
Il fortilizio della Brunelde, sorto su preesistenze preromane (IV-III sec. a.C) è nominato già nel 1208 in un elenco di beni feudali dei conti d’Arcano, marescalchi e confalonieri del patriarca d’Aquileia, ai quali tuttora appartiene. Fin dal ‘200 è documentata una casa-torre di circa 6x7 metri di lato (il cui piano terreno corrisponde all’attuale cucina ‘vecchia’) che già nel secolo successivo venne ampliata diventando una dimora protetta da recinti e da un largo fossato. Le forme attuali risalgono a Giovanni Nicolò d’Arcano che negli anni 1498-1504 e 1512-18 risistemò radicalmente il complesso destinandolo al riposo e alla caccia. Il tutto secondo i suggerimenti del fratello Rizzardo - umanista e diplomatico presso la curia papale - che al pian terreno dell’ala di ponente volle riproporre lo schema distributivo ‘alla romana’ e che scelse dall’Eneide di Virgilio i motti latini inseriti in clipei contornati da racemi che ornano l’atrio d’ingresso, secondo un preciso progetto di esaltazione della mente e dello spirito umani. I grandi lavori rinascimentali furono conclusi nel 1518 con l’edificazione della piccola cappella di San Nicolò, dove al suo interno è ancora conservata la reliquia ‘della vera Croce’, secondo la tradizione portata da Leonardo III d’Arcano nel 1270 di ritorno dall’ottava crociata. Fino al secolo XV la casata era comunemente denominata ‘de Tricano’ per i tre cani alzati come stemma, uniti agli scacchi d’argento e di rosso, e per questo motivo la residenza signorile che crebbe a ovest dell’originale casa-torre fu chiamata domus magna Tricanea, distinguendosi dal settore meramente agricolo che si distribuiva a est, con stalle, scuderie, canipe e granai. La domus magna Tricanea si mostra tuttora con arredi, ritratti e memorie famigliari; fra gli interni si segnalano lo studiolo che fu del poeta Gian Mauro d’Arcano (1498 circa-1536), dove è conservato parte dell’archivio storico della casata, con documenti e pergamene originali dall’XI secolo, la ‘caminata’ con le pareti dipinte a scacchi bianchi e rossi, la cucina cinquecentesca, il saloncino e la camera da letto che ospitarono nel ‘700 il celebre cantante Farinelli. Suggestivi anche i giardini, im particolare il ‘giardino alto’ con i resti dell’antica ‘ragnaia’ per la caccia.