Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia
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Castello di Ragogna

Il mastio del castello di Ragogna
Il mastio del castello di Ragogna
L'altura sulla quale sorge il complesso fortificato del castello superiore con l'antica pieve di San Pietro ha offerto fin dall'antichità un riparo naturale, facilmente difendibile. Questa altura, sede dell'antico insediamento castrense di Reunia, controllava il guado del fiume Tagliamento nei pressi della strada vicinale romana che da Concordia Sagittaria portava ad Osoppo. Citato da Venanzio Fortunato nei primi anni del secolo VI, il maniero viene menzionato da Paolo Diacono in relazione all'occupazione del Friuli da parte degli Avari nel 610 e successivamente nel 693, anno nel quale Ausfrido di Reunia usurpava il ducato a Rodoaldo duca del Friuli. Soggetto già nell'anno 1122 alla giurisdizione dei duchi di Carinzia della Casa di Eppenstein, il castello passa nel 1218 ai  signori omonimi, infeudati anche dal patriarca d'Aquileia. Oggetto di ripetuti assedî durante le lotte tra patriarcato e duchi d'Austria, nel 1390 il castello viene ceduto da Giovannino di Ragogna al patriarca Giovanni di Moravia. Passato sotto il dominio della Serenissima, fu concesso ai Porcia. In séguito il castello decadde tanto che nel 1567 Girolamo di Porcia così lo descrive: "Ragogna castello rovinato; vi sono però reliquie di molte torri, casette dei contadini, la chiesa ed una torre ov'è la stanza dei signori". Fu definitivamente abbandonato alla fine del Settecento.
Il castello, di recente restaurato, è aperto al pubblico il sabato pomeriggio e la domenica (mattina e pomeriggio). Sono visibili anche gli scavi archeologici presso l'antica Pieve di San Pietro che hanno portato alla luce le fasi evolutive dell'edificio.