Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia
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Gorizia

Particolare del palazzo
Particolare del palazzo
La cartografia settecentesca testimonia la presenza di un giardino che affiancava la villa dalla parte opposta all'ingresso principale, aperto sulla piazzetta e costituito da un impianto regolare dal perimetro quadrato.Con la presenza dei Coronini vennero subito intrapresi sporadici lavori nel giardino, dettati dall'amore per il verde che la famiglia aveva già dimostrato nelle altre proprietà.
L'intervento più significativo, verificatosi tra la fine dell'Ottocento e i primi decenni del Novecento, lo dobbiamo sicuramente al conte Alfredo. Si dedicò al parco (una distesa di 5 ettari) ideandolo in prima persona; i viaggi e i contatti internazionali lo avevano infatti indotto ad ammirare parchi italiani e soprattutto anglosassoni, accrescendo le conoscenze in materia.Decise che nel giardino la precedente struttura geometrica dovesse coesistere con la nuova impostazione; così alle aree primitive centrali contrappose boschetti sempreverdi piantati lungo le parti perimetrali e collocati ad un livello più basso rispetto alla villa (corrispondente al corso del torrente Corno).
Per la presenza di massi trasportati dalle cave di Moncorona (Cronberg), il ripido pendio di collegamento tra le due diverse quote venne chiamato giardino delle rocce. L'effetto scenografico particolarmente pittoresco fu enfatizzato dallo specchio d'acqua situato nella parte inferiore e formato da un'ansa del Corno. Alternò sapientemente elementi scultorei quali l'Hecateion del II secolo d.C. proveniente da Aquileia o le statue settecentesche, in parte provenienti da altre proprietà comitali, a lecci, pini, abeti, aceri, noci, cedri del Libano, cipressi, gelsi, ippocastani, frassini, melograni, ciliegi, nespoli e poi magnolie, oleandri, rose, glicini e camelie. Piantò nella parte alta del giardino delle rocce la quercia da sughero - vero vanto per l'epoca - mentre alle specie da fiore furono destinate alcune zone delimitate (aiuola ai piedi della statua G. Coronini o nel giardino delle rocce); tra queste ammirabile è lo splendido esemplare di Camelia japonica, ormai più che centenario, in un pergolato vicino al viale.
Un boschetto di pini fu creato sulla collina di riporto, intorno al tempietto circolare che, a coronamento dell’opera, fu edificato nel 1914.Solo nel 1944 furono effettuati alcuni interventi per lo più sulla parte posteriore della villa, ma nel complesso il parco presenta ancora le caratteristiche originarie.

Palazzo Strassoldo Grafenberg-Coronini www.coronini.it

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