Monfalcone
La rocca contiene un’esposizione permanente gestita dal Gruppo Speleologico Amici Del Fante che in oltre cinquant’anni di attività ha raccolto all’incirca trentamila pezzi. Solo una piccola parte di tale materiale è stato utilizzato per l’esposizione, voluta con pannelli didattici esplicativi per facilitare la comprensibilità dei fossili esposti come veicoli d’informazione e non come oggetti destinati alla sola ammirazione.
Due sono le sale, sovrapposte una all’altra, contenenti diciannove bacheche; al piano terreno le prime cinque vetrine spiegano in modo chiaro il significato della paleontologia, la scienza che attraverso i fossili studia l’evoluzione del nostro pianeta, i suoi climi, i suoi aspetti morfologici, il manifestarsi e l’evoluzione di forme di vita nelle ere antecedenti la comparsa dell’uomo. Nella vetrina successiva è illustrata la struttura geologica del Friuli Venezia Giulia suddivisa in sei zone ciascuna delle quali tratteggiata con gli elementi principali e più rappresentativi.
Segue a questo punto una serie di bacheche (in parte collocate al primo piano, la rimanente parte al secondo) ciascuna con reperti disposti seguendo un ordine cronologico provenienti da uno o più depositi fossiliferi delle aree geografiche nord-orientali.
Si inizia così con i resti più antichi provenienti da Casera For (Udine) appartenenti al periodo Carbonifero (era Paleozoica, all’incirca 300 milioni di anni fa) durante il quale risultano presenti i trilobiti. Erano questi il più antico gruppo di vertebrati marini, dotati di un apparato visivo complesso e così chiamati perché la loro corazza esterna era divisa in tre lobi. Allo stesso periodo appartengono anche i brachiopodi, della zona di Rio Bombaso (vetrina 8), che fanno parte invece del gruppo degli invertebrati marini rappresentati tuttora da 250 specie viventi, i fossili di felci ed equiseti trovati nella zona di Passo Pramollo (Udine) e i resti di Psilofitali, Licopodiali, Equisetali e Pteridosperme (tutte piante che formarono le prime foreste) rinvenuti nel deposito di Cason di Lanza.
Il percorso espositivo continua al piano superiore dove un ipotetico cammino ci porta attraverso l’era Mesozoica (dai 230 ai 65 milioni di anni fa) ed in particolare nel periodo Triassico (zone di Raibl, Rio Barbaro), Giurassico (depositi di Boscochiesanuova, Garzon e dell’Altopiano di Asiago -Verona) e Cretacico (con il Carso di Gorizia e Trieste e Vernasso-Udine). Le ultime quattro vetrine affrontano l’habitat dell’era Cenozoica suddivisa nei periodi Eocenico (circa 50 milioni di anni fa) dei depositi del Carso istriano e di altre zone del Veneto, Oligocenico del Monte Baldo (Verona) con esempi di crostacei e infine Pliocenico con oggetti del deposito di Cornuda (Treviso).
Due sono le sale, sovrapposte una all’altra, contenenti diciannove bacheche; al piano terreno le prime cinque vetrine spiegano in modo chiaro il significato della paleontologia, la scienza che attraverso i fossili studia l’evoluzione del nostro pianeta, i suoi climi, i suoi aspetti morfologici, il manifestarsi e l’evoluzione di forme di vita nelle ere antecedenti la comparsa dell’uomo. Nella vetrina successiva è illustrata la struttura geologica del Friuli Venezia Giulia suddivisa in sei zone ciascuna delle quali tratteggiata con gli elementi principali e più rappresentativi.
Segue a questo punto una serie di bacheche (in parte collocate al primo piano, la rimanente parte al secondo) ciascuna con reperti disposti seguendo un ordine cronologico provenienti da uno o più depositi fossiliferi delle aree geografiche nord-orientali.
Si inizia così con i resti più antichi provenienti da Casera For (Udine) appartenenti al periodo Carbonifero (era Paleozoica, all’incirca 300 milioni di anni fa) durante il quale risultano presenti i trilobiti. Erano questi il più antico gruppo di vertebrati marini, dotati di un apparato visivo complesso e così chiamati perché la loro corazza esterna era divisa in tre lobi. Allo stesso periodo appartengono anche i brachiopodi, della zona di Rio Bombaso (vetrina 8), che fanno parte invece del gruppo degli invertebrati marini rappresentati tuttora da 250 specie viventi, i fossili di felci ed equiseti trovati nella zona di Passo Pramollo (Udine) e i resti di Psilofitali, Licopodiali, Equisetali e Pteridosperme (tutte piante che formarono le prime foreste) rinvenuti nel deposito di Cason di Lanza.
Il percorso espositivo continua al piano superiore dove un ipotetico cammino ci porta attraverso l’era Mesozoica (dai 230 ai 65 milioni di anni fa) ed in particolare nel periodo Triassico (zone di Raibl, Rio Barbaro), Giurassico (depositi di Boscochiesanuova, Garzon e dell’Altopiano di Asiago -Verona) e Cretacico (con il Carso di Gorizia e Trieste e Vernasso-Udine). Le ultime quattro vetrine affrontano l’habitat dell’era Cenozoica suddivisa nei periodi Eocenico (circa 50 milioni di anni fa) dei depositi del Carso istriano e di altre zone del Veneto, Oligocenico del Monte Baldo (Verona) con esempi di crostacei e infine Pliocenico con oggetti del deposito di Cornuda (Treviso).
Museo Paleontologico della Rocca
Via Valentinis, 13434074 Monfalcone (GO)