Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia
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Castelli e terremoto 1976–2016

terzo appuntamento Castello di Ragogna 5 giugno 2016

5 giugno 2016

  Manifestazione

Castelli e terremoto. 1976-2016

terzo appuntamento

Castello di Ragogna (Ud)

5 giugno 2016, ore 15.30

Ingresso gratuito

 

 

Domenica 5 giugno al Castello di Ragogna (Ud), si svolgerà il terzo appuntamento della manifestazione Castelli e terremoto. 1976-2016, un ciclo di aperture a carattere straordinario organizzato dalla Soprintendenza Belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia e dal Consorzio per la salvaguardia dei castelli storici del Friuli Venezia Giulia per mostrare al pubblico, nel quarantennale del sisma friulano, i manieri restaurati in seguito alle devastazioni del 1976.

Il Castello a San Pietro di Ragogna (secoli VI-XVIII) è un complesso fortificato situato su un’altura che domina l’ampio panorama della valle del Tagliamento. Questa altura, sede dell'antico insediamento castrense di Reunia, controllava il guado del fiume Tagliamento, nei pressi della strada vicinale romana che da Concordia Sagittaria portava ad Osoppo e al Norico.

Le mura di cinta merlate, il mastio, le torri conferiscono al sito la suggestione e il fascino dell’antico maniero medievale. Accanto al maniero sorge l’antica Pieve di San Pietro.

Il restauro effettuato dopo il terremoto del 1976, ha riproposto l’aspetto del castello nella sua ultima fase e cioè verso il sec. XVII. Il complesso castellano è di proprietà del Comune, che lo ricevette a suo tempo in donazione.

Il programma prevede l’apertura pomeridiana del castello, a partire dalle ore 15.30 fino alle 18.30. L’ingresso è libero, senza prenotazione.

I visitatori saranno accolti e accompagnati in visita, oltre che dal rappresentante della proprietà, dal prof. arch. Claudio Visintini, progettista e direttore dei lavori di recupero del castello, dall’ing. Gianni Sergio Pascoli, studioso di storia locale, già sindaco di Ragogna negli anni del post-sisma (1985-90), dall’archeologo Glauco Toniutti e dall’arch. Silvano Coletti della Soprintendenza Belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia.