Cordovado
Anche in Villa Freschi Piccolomini è possibile ammirare l’alternanza del giardino all’italiana con il parco all’inglese caratterizzata però da una suddivisione netta ancor oggi visibile.
Il giardino, infatti, si trova all’interno del borgo fortificato, separato tramite un fossato dal parco che fu sviluppato extra moenia. I primi interventi, atti a modificare lo spazio verde, furono operati da Carlo Sigismondo Freschi, che negli anni Venti del XIX secolo fece abbattere i tratti di mura prospicienti l’edificio, per estendere verso la campagna il parco rimodellato secondo influenze romantiche. Furono eretti sette piccoli colli a rendere più movimentata la superficie, mentre le acque dei fossati vennero convogliate in ruscelli.
In questo vasto spazio vennero ricostruiti dei piccoli boschetti o gruppi di specie cespugliose, arbustive o arboree raggiungibili da un reticolato di sentieri che si sviluppano liberamente, delimitati ai lati da siepi regolari. Fra le diverse varietà vegetali emergono alcuni esemplari sia per bellezza che per vetustà: una magnolia (Magnolia grandiflora), un cedro (Cedrus deodora), una sofora (Sophora japonica) e due imponenti olmi (Ulmus campestre). In un boschetto sono anche visibili alcuni esemplari di bosso, un tempo struttura vegetale di un labirinto ormai del tutto scomparso. Nella parte periferica il parco risulta separato dai territori limitrofi per mezzo di una cortina di alberi d’alto fusto.
Diverso è invece lo stato di conservazione del giardino all’italiana posizionato intorno alla costruzione. Probabilmente ha mantenuto nella sezione antistante la villa (giardino d’onore), la tradizionale forma geometrica, anche se coperto solo da specie arboree; un ampio cerchio collocato di fronte all’ingresso principale è delimitato da una serie di platani piantati a ritmo regolare al fine di incorniciare l’area: è questa la cavallerizza così chiamata per l’uso originario cui era destinata. L’area compresa tra la villa e il parco è trattata in parte a cortile in parte a prato, il cui accesso è filtrato da una pergola ricoperta da specie rampicante, unica permanenza dell’antica sistemazione dell’area a giardino all’italiana. Diverso è stato il destino della parte posteriore della costruzione suddivisa da aiuole geometriche all’italiana.
Il giardino, infatti, si trova all’interno del borgo fortificato, separato tramite un fossato dal parco che fu sviluppato extra moenia. I primi interventi, atti a modificare lo spazio verde, furono operati da Carlo Sigismondo Freschi, che negli anni Venti del XIX secolo fece abbattere i tratti di mura prospicienti l’edificio, per estendere verso la campagna il parco rimodellato secondo influenze romantiche. Furono eretti sette piccoli colli a rendere più movimentata la superficie, mentre le acque dei fossati vennero convogliate in ruscelli.
In questo vasto spazio vennero ricostruiti dei piccoli boschetti o gruppi di specie cespugliose, arbustive o arboree raggiungibili da un reticolato di sentieri che si sviluppano liberamente, delimitati ai lati da siepi regolari. Fra le diverse varietà vegetali emergono alcuni esemplari sia per bellezza che per vetustà: una magnolia (Magnolia grandiflora), un cedro (Cedrus deodora), una sofora (Sophora japonica) e due imponenti olmi (Ulmus campestre). In un boschetto sono anche visibili alcuni esemplari di bosso, un tempo struttura vegetale di un labirinto ormai del tutto scomparso. Nella parte periferica il parco risulta separato dai territori limitrofi per mezzo di una cortina di alberi d’alto fusto.
Diverso è invece lo stato di conservazione del giardino all’italiana posizionato intorno alla costruzione. Probabilmente ha mantenuto nella sezione antistante la villa (giardino d’onore), la tradizionale forma geometrica, anche se coperto solo da specie arboree; un ampio cerchio collocato di fronte all’ingresso principale è delimitato da una serie di platani piantati a ritmo regolare al fine di incorniciare l’area: è questa la cavallerizza così chiamata per l’uso originario cui era destinata. L’area compresa tra la villa e il parco è trattata in parte a cortile in parte a prato, il cui accesso è filtrato da una pergola ricoperta da specie rampicante, unica permanenza dell’antica sistemazione dell’area a giardino all’italiana. Diverso è stato il destino della parte posteriore della costruzione suddivisa da aiuole geometriche all’italiana.
Castello di Cordovado
Via del Castello, 533073 Cordovado (PN)