Udine, arte antica
La Galleria si formò nel 1866 con un consistente gruppo di opere raccolte nelle chiese, nelle case, nei palazzi della regione a testimonianza della produzione artistica locale; nel tempo donazioni, depositi e acquisti hanno arricchito la collezione alla quale non mancano anche dipinti di rilievo nazionale e internazionale. Allogata al piano nobile del castello, l’esposizione occupa 13 sale nelle quali le opere sono esposte secondo un ordine cronologico dal XV al XIX secolo; è possibile così ammirare, fra i numerosi dipinti, la Crocifissione del Bellunello, il Cristo e gli strumenti della Passione di Vittore Carpaccio, l’Ultima Cena di Pomponio Amalteo, il gran dipinto di Palma il Giovane San Marco pone Udine sotto la protezione di Venezia del 1595, gli autoritratti di Sebastiano Bombelli, l’Angelo custode di Giambattista Tiepolo e concludere l’itinerario con artisti quali Francesco Chiarottini e Odorico Politi.
A metà percorso si apre l’ampio «Salone del Parlamento» (m. 26 x 13) dove una volta all’anno - il 12 luglio in occasione della festa dei Santi Ermacora e Fortunato - si riuniva il Parlamento della Patria del Friuli. Qui Pomponio Amalteo dimostrò di aver ben assimilato i principi tridentini sul ruolo educativo dell’arte. Infatti, ispirandosi ai valori morali, laici e religiosi ad un tempo, ed al lealismo politico costruì, unitamente a Gian Battista Grassi, un impianto iconografico alle pareti ideato dal luogotenente veneto Filippo Bragadin. Gli artisti successivamente attivi nel salone non hanno interrotto il progetto originale: da ricordare i Secanti nel Seicento e Giambattista Tiepolo nel Settecento, che nel riprendere i soggetti antichi cambiò i costumi e l’impostazione delle figure, dove è ancora visibile il tratto lasciato sull’intonaco per l’utilizzo del cartone nella fase preparatoria dell’affresco. Verso il soffitto (un tempo più alto) si possono vedere gli stemmi dei luogotenenti veneziani dal 1420 al 1797.
Le sale sono talvolta sede di mostre temporanee.
A metà percorso si apre l’ampio «Salone del Parlamento» (m. 26 x 13) dove una volta all’anno - il 12 luglio in occasione della festa dei Santi Ermacora e Fortunato - si riuniva il Parlamento della Patria del Friuli. Qui Pomponio Amalteo dimostrò di aver ben assimilato i principi tridentini sul ruolo educativo dell’arte. Infatti, ispirandosi ai valori morali, laici e religiosi ad un tempo, ed al lealismo politico costruì, unitamente a Gian Battista Grassi, un impianto iconografico alle pareti ideato dal luogotenente veneto Filippo Bragadin. Gli artisti successivamente attivi nel salone non hanno interrotto il progetto originale: da ricordare i Secanti nel Seicento e Giambattista Tiepolo nel Settecento, che nel riprendere i soggetti antichi cambiò i costumi e l’impostazione delle figure, dove è ancora visibile il tratto lasciato sull’intonaco per l’utilizzo del cartone nella fase preparatoria dell’affresco. Verso il soffitto (un tempo più alto) si possono vedere gli stemmi dei luogotenenti veneziani dal 1420 al 1797.
Le sale sono talvolta sede di mostre temporanee.
Galleria d'arte antica
Piazzale del Castello33100 Udine (UD)