Miramare
Il percorso museale si articola negli appartamenti della coppia arciducale rimasti, nella maggior parte degli spazi, inalterati. Di particolare pregio sono le «Sale di Massimiliano» fra cui spicca lo studio dell’Arciduca, detto «Saletta Novara» dal nome della fregata ove egli iniziò la carriera d’ufficiale di marina e della quale riproduce il quadrato di poppa. Sulla decorazione parietale in legno sono proposti in alternanza l’ancora con corona, segno del suo contrammiragliato nella Marina austriaca, e l’ananas simbolo della prosperità e della ricchezza. Questi motivi, riportati anche sulla tappezzeria azzurra alle pareti, ricorrono quasi ossessivamente in tutto il piano terra. L’arredamento ottocentesco, per la maggior parte in stile fiammingo, è arricchito di altri oggetti di fattura orientale che testimoniano la passione di Massimiliano per l’esotico. Accanto alle tre stanze destinate all’imperatore seguono le quattro riservate a Carlotta (con gli stemmi che ricordano le origini di entrambe le famiglie, gli Asburgo Lorena e i Sassonia Coburgo Gotha) fra cui la camera da letto e lo spogliatoio; l’arredamento in stile lombardo che le contraddistingue fu donato dalla città di Milano in occasione del matrimonio di Massimiliano e Carlotta quale riconoscenza per essersi fatta ritrarre in costume brianzolo.
Alla comodità e all’intimità del piano terreno si contrappone il marcato tono di ufficialità del piano superiore caratterizzato da sfarzo e ostentazione.
Si superano le prime sale che, destinate originariamente agli aiutanti di Massimiliano, furono ristrutturate per accogliere tra il 1930 e il 1937 la famiglia del Duca Amedeo d’Aosta; mantengono ancor oggi l’arredamento in puro stile razionalista. Giunti ad un ballatoio si riprende la visita agli appartamenti di Massimiliano; per le pareti l’imperatore scelse una stoffa di colore rosso che enfatizzava gli intagli a foglia d’oro intervallata a legno e radica. Qui, accanto alla riproposizione dell’ananas, fece inserire come motivo iconografico un’aquila con un serpente trattenuto nel becco, sovrastata da una corona e il monogramma formato da una doppia M (Massimiliano Messico) con la «I» al centro (a significare primo o imperatore). Fra le sale del piano, quella delle «Udienze» è una delle più rappresentative del castello, posta in una posizione privilegiata al centro della facciata verso il mare; conserva alle pareti le tele raffiguranti alcuni dei protagonisti nella vita di Massimiliano - fra cui il ritratto di Sissi (E. Türck) - e alcuni esempi di tavolini a mosaico minuto di manifattura vaticana. La visita del castello termina con la «Sala dei gabbiani» dove l’imperatore volle trasmettere la sua passione per il mare facendo dipingere a soffitto trentasei gabbiani in volo recanti cartigli con motti latini.
Alla comodità e all’intimità del piano terreno si contrappone il marcato tono di ufficialità del piano superiore caratterizzato da sfarzo e ostentazione.
Si superano le prime sale che, destinate originariamente agli aiutanti di Massimiliano, furono ristrutturate per accogliere tra il 1930 e il 1937 la famiglia del Duca Amedeo d’Aosta; mantengono ancor oggi l’arredamento in puro stile razionalista. Giunti ad un ballatoio si riprende la visita agli appartamenti di Massimiliano; per le pareti l’imperatore scelse una stoffa di colore rosso che enfatizzava gli intagli a foglia d’oro intervallata a legno e radica. Qui, accanto alla riproposizione dell’ananas, fece inserire come motivo iconografico un’aquila con un serpente trattenuto nel becco, sovrastata da una corona e il monogramma formato da una doppia M (Massimiliano Messico) con la «I» al centro (a significare primo o imperatore). Fra le sale del piano, quella delle «Udienze» è una delle più rappresentative del castello, posta in una posizione privilegiata al centro della facciata verso il mare; conserva alle pareti le tele raffiguranti alcuni dei protagonisti nella vita di Massimiliano - fra cui il ritratto di Sissi (E. Türck) - e alcuni esempi di tavolini a mosaico minuto di manifattura vaticana. La visita del castello termina con la «Sala dei gabbiani» dove l’imperatore volle trasmettere la sua passione per il mare facendo dipingere a soffitto trentasei gabbiani in volo recanti cartigli con motti latini.
Museo di Miramare
Viale Miramare34014 Miramare (TS)